Vi sono tanti pensieri che convulsamente turbinano nella mia mente, a partire da quel Piano Mattei tanto sbandierato dal Governo Meloni. Si dovrebbe infatti impallidire al solo pensare un tale appellativo, che richiama uno dei più grandi fautori della sovranità e dell’indipendenza energetica e finanziaria del nostro paese, mentre in realtà ci si accinge a mettere sul mercato (svendere) altre quote di Poste Italiane e dell’ENI.
Ci vuole un bel coraggio a chiamarlo Piano Mattei.
Sembra di riascoltare come un eco la supercazzola prodiana che con l’Euro avremmo lavorato un giorno in meno e guadagnato come se avessimo lavorato un giorno in più.
Ma è ormai questo un paese in cui fare ragionamenti che tendono alla verità è quasi diventato un crimine.
Di balle ci hanno riempito la testa scomodando nomi altisonanti per rievocare in noi l’immagine di un passato glorioso, quando in realtà il futuro che ci aspetta è di tutt’altro auspicio.
Dalle sanzioni economiche che avrebbero messo in ginocchio la Russia alla negazione dei crimini commessi da Israele in Palestina ormai l’unico risultato che stiamo perseguendo come “Occidente” è quello di avvicinare e consolidare i rapporti fra quelli che consideriamo, non si capisce bene per quale motivo, nostri nemici.
I piani dei governi europei, compreso quello italiano, sono infatti totalmente scevri da quell’indipendenza economica, energetica e politica tanto ricercata da Enrico Mattei il quale cercò con grande arguzia e talento diplomatico di svincolarsi dal giogo Inglese e Statunitense pagando con la vita per questo.
La sudditanza europea nei confronti degli Stati Uniti, e l’Italia non fa eccezione, è confermata dal fatto che mentre gli USA si sfilano, almeno ufficialmente, dal sostegno economico all’Ucraina contro la Russia, l’Europa è invece pronta ad incrementare le sue quote, di fatto sostituendosi agli USA, e minacciando di gravi ripercussioni chiunque ostacoli questi piani, come si è visto con il caso di Viktor Orbàn, Primo Ministro dell’Ungheria.
Ed alla fine come è logico che andasse, analogamente a quanto accadde alla Grecia nel 2009 e poi all’Italia del Governo Berlusconi nel 2011, questa è la sorte destinata ai disobbedienti, anche l’energico Viktor Orbàn, Primo Ministro dell’Ungheria, è stato costretto a piegarsi sotto ricatto ai voleri di un’élite di burattinai che muovono i fili del mondo occidentale, Europa ed USA compresi.
Analoga sorte tocca agli operatori dell’ONU, i quali, non più allineati al sistema documentando il genocidio che Israele sta compimento a Gaza, passano dall’essere la massima organizzazione mondiale per il mantenimento della pace a sostenitori dei terroristi.
È interessante notare come tali accuse all’ONU vengano mosse ufficialmente subito dopo la decisione della Corte Internazionale dell’Aja, mossasi su denuncia del Sudafrica, che impone ad Israele di interrompere il genocidio a Gaza.
Il pensiero più angosciante è quello che il nostro paese, ed anche l’Europa, enclave e baluardo degli USA nel vecchio continente, si stia preparando a combattere una cruenta guerra per procura in modo identico all’Ucraina.
D’altronde gli Stati Uniti hanno sempre agito in questo modo. A partire dalla Guerra d’Indocina (1945~1954), combattuta dai Francesi, proseguita poi nella Guerra del Vietnam (1964~1975), gli USA hanno sempre agito addestrando gli eserciti locali sul territorio per fargli combattere i loro nemici al fine di fiaccarli, stancarli, costringendoli ad una lunga ed interminabile guerra di logoramento per poi intervenire solo verso la fine.
Nonostante tale strategia non si rivelasse vincente, gli Stati Uniti si ostinarono, e si ostinano ancora oggi, a riproporla con diversi gradi di aggiustamento come avvenne in Afghanistan negli anni ’80, come si è visto con le Primavere Arabe (2010~2011) in cui perdemmo il nostro principale partner energetico d’Oltremare, la Libia, e come si sta riproponendo oggi in Ucraina.
Analogamente, gli USA utilizzano in modo strategico le correnti di dissenso anticinese a Taiwan proprio per fare leva sulla Cina. In ultima analisi la guerra è il principale strumento di politica estera degli Stati Uniti d’America.
Questi si servono costantemente dei propri “clientes”, “stati vassalli”, “colonie”, usate gli appellativi che più ritenete consoni, di cui l’Italia a causa della sua posizione nel Mediterraneo è la principale, per raggiungere i propri obbiettivi di politica estera.
La mia impressione è che la guerra che si sta combattendo su due fronti, via terra in Ucraina, via mare nel Mar Rosso, presto si sposterà a nord al resto dell’Europa Occidentale, a sud giungerà nel Mediterraneo, poiché questi mi appaiono come gli sbocchi naturali di tale conflitto.
La mia opinione è che tutti questi conflitti, Russo-Ucraino, Israelo-Palestinese, Sino-taiwanese abbiano certamente origini differenti ma che ora vengano alimentati in modo più convulso all’interno di un’unica strategia di guerra e destabilizzazione per volontà di alcune elité occidentali che attraverso gli USA si servono anche del grande inganno Europeo.
Il folle fanatismo estremista ecologico della fantomatica economia verde che sta pervadendo le nostre vite, dagli insensati limiti a 30 Km/h per le auto fino ai più inutili e demenziali studi scientifici che tenderebbero a dimostrare che gli orti urbani inquinano, si avete capiti bene, gli orti urbani inquinano, oltre a tradire un vertice altro e superiore a cui tutti a cascata si genuflettono ubbidientemente, in Europa come in Italia, da Bologna a Roma, tradisce anche il totale fallimento sul piano strategico internazionale.
Il mio parere infatti è che le politiche green atte a ridurre drasticamente, convulsamente e drammaticamente i nostri consumi, non servano in realtà a tutelare l’ambiente, quanto a mascherare il fatto che le elité occidentali non hanno più né il possesso, né il controllo di tali risorse energetiche, e che non potendole più reperire a buon mercato debbano convincerci, attraverso un moralistica favola green, a tornare all’età della pietra.
Il controllo si sposta così dalle risorse energetiche alla vita delle persone, fino a controllarne la capacità di autoprodursi il cibo in maniera autonoma, gli orti urbani inquinerebbero, l’agricoltura tradizionale inquinerebbe etc… etc… da qui anche le contestazioni dei “Trattori” che stiamo vedendo in questi giorni in tutta Europa.
Ecco così, dunque, che come ci hanno molto bene insegnato gli USA, anche in Europa la guerra, travestita da portatrice di pace secondo la narrazione ufficiale, diviene il mezzo principe della politica estera anche per esternalizzare i propri problemi interni e distrarre le folle dal malcontento generale.
Il tanto bello Articolo 11 della nostra Costituzione “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; etc… etc…” è andato a farsi benedire.
Da qui nasce in me il sospetto che tutto quello che abbiamo vissuto negli ultimi 10 anni, dalla sempre più prevaricante ideologia green delle drastiche privazioni fino ai lockdown pandemici, non siano altro che tante “Finestre di Overton” per abituarci dolcemente a quelle privazioni ben più dure imposte dalla guerra galattica a cui tutti, riempiendosi la bocca di “pace“, si stanno preparando da anni.
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